Bozzolo
Una matassa di fili di lana stringe, all’altezza di tre metri, un pilastro del museo creandovi attorno un bozzolo di significative dimensioni. Esso è insieme strozzatura e promessa; gravidanza del pilastro. Il lavoro fa parte della serie Ring, nella quale ogni volta, all’interno di spazi ospitanti delle statue, dei fili di lana interferiscono e collegano elementi architettonici e scultorei.
(LB)
Battisti “resiste”, quindi: maneggia i colori come oggetti, dotati di potenziale autonomia. E così nasce l’ironico Bozzolo, l’intervento site specific fra le grandiose statue al piano terra del Museo Andersen. Una concrezione colorata che si intrufola nel dialogare muto, quasi sospeso fra le figure allegoriche e le varie personificazioni del pantheon progettato da Hendrik Christian Andersen prevalentemente per la Città mondiale della comunicazione. Indifferenti a tutto, i fili colorati evocano le linee multicolori di Regola, approdate qui come condotte da uno sciame di insetti, forse le future farfalle che multicolori si preparano a uscire dal Bozzolo.
(Francesca Gallo, da Corpi al lavoro sulla superficie delle cose, Catalogo della mostra Sintattica, Museo H. C. Andersen, Roma 2015, a cura di F. Gallo, Maretti ed. 2015)
Nello stesso spazio irrompe anche Bozzolo, di Luigi Battisti. Un pilastro del museo è stretto in una grossa matassa di fili di lana rossi. Nell’armonia generale dei toni dell’ambiente, pressoché bianco per le pareti e per i gessi presenti, irrompe il rosso vivo dell’installazione. Il filo come strozzatura e interruzione è anche promessa di nuova vita, «gravidanza del pilastro», come afferma l’artista stesso. Ma natura del filo è anche legare, collegando elementi architettonici e scultorei.
(Michela Ruggeri, arshake.com, 15/07/2015)
Ad esempio, un vero e proprio filo rosso è quello che avvolge uno dei pilastri del Villino Hélène, un Bozzolo di lana che consente a Battisti di ironizzare sulle più tipiche modalità espressive ma anche esplicare il vezzo etimologico: “sintassi” come unione, nesso, congiunzione. Il colpo di colore risalta contro il candore dei marmi, raggelati nella più tipica enfasi primonovecentesca.
(Aurora Roscini Vitali, Contemporart. Trimestrale di arte e cultura n. 83, luglio-settembre 2015)
Nel suo intervento, Battisti intreccia un elevato numero di fili colorati intorno ai cinque pilastri della sala espositiva, creando così altrettanti volumi di forma ovoidale, risultato di innumerevoli passaggi e annodamenti del materiale tessile, i quali nel titolo di ‘bozzolo’ trovano enunciato il loro significato di involucro che racchiude ciò che si trasforma in nuova vita: il bozzolo, infatti, ha in natura la funzione di proteggere l’insetto in fase di metamorfosi, uno stadio di fragilità e di promessa nel quale è possibile intendere una metafora del linguaggio umano e, in particolare, del seme di significato racchiuso in ogni parola.
(Marco Santarelli, presentazione della mostra all’IIC – Il Cairo, 2015)